APPUNTAMENTI IN ASSOCIAZIONE

Martedì 13 ottobre: inizio lezioni sulla Costituzione Italiana. Sono presenti gli ospiti della Comunità e i volontari del Servizio Civile.

 

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(Matteo Notarangelo) LE PAROLE RITROVATE IN PUGLIA

Un nuovo disegno di legge arriva in Parlamento per cambiare la Salute Mentale, grazie all’intervento dell’on.Ezio Casati.

Il 18 aprile, nell’auditorium del teatro comunale “Le Clarisse” – biblioteca comunale “Ciro Angelillis” di Monte Sant’Angelo, c’è un incontro tra utenti, familiari, operatori e cittadini, provenienti da diverse regioni d’Italia, che operano nell’ambito della salute mentale.

L’evento è stato organizzato dall’associazione di volontariato “Genoveffa De Troia”, dall’associazione di familiari dei disagiati psichici “Sergio Piro” e dall’associazione “Psychè”, in collaborazione con il circolo “Bel Lombroso” e l’associazione “ADaSaM”.

È l’occasione per aprire un confronto con l’on.Ezio Casati sul disegno di legge 2233, mirante a trasformare la pratica della salute mentale.

L’appuntamento culturale scaturisce dalla necessità di aprire un confronto sull’assistenza psichiatrica e sul nuovo internamento degli anziani fragili, stretti dalla contenzione fisica e farmacologica.

Una pratica neomanicomiale che ha permesso il prolificare di strutture di contenimento disumane, riempite di tanti anziani soli e dimenticati.

C’è bisogno di una nuova visione assistenziale capace di rivedere e umanizzare la legislazione regionale in Puglia e attenta a contenere i mercanti dell’assistenza, pronti a mercificare la richiesta di aiuto di tanti anziani fragili.

In Puglia è in atto un grande internamento di cittadini e anziani medicalizzati con diagnosi psichiatrica o neurologica, incastrati e concentrati in grandi contenitori edilizi adattati per l’occasione.

L’anziano, come ogni diversamente abile, è, e resta, un cittadino tutelato da diritti inviolabili, che deve poter vivere in piccole realtà domestiche e non in bolge dantesche di 40 o più persone.

Il convegno “Le Parole Ritrovate”, quindi, vuole essere una piazza per costruire una nuova cultura e pratica del fareassieme assistenziale, un luogo condiviso per dar voce ai protagonisti con liberi interventi: testimonianze di persone che hanno avuto esperienze dirette con utenti, familiari con vissuti di malattia mentale e anziani internati.

“Le Parole Ritrovate” è un movimento che opera, da circa quindici anni, nell’ambito della salute mentale.

Il movimento è costituito da utenti, familiari, cittadini e operatori, il quale agisce per mutare i percorsi di cura dei sofferenti psichici, nei servizi territoriali e nella società, con la pratica del fareassieme.

Nel welfare societario, l’agire assieme vuole decostruire i freddi percorsi di cura,  per facilitare la buona relazione del fareassieme tra utenti, familiari e operatori, propensi a condividere le loro esperienze vissute di malattia  mentale e le loro conoscenze esperienziali all’interno dei servizi sociosanitari, per renderli luoghi condivisi e umanizzati.

La pratica del fareassieme è una via per far crescere la partecipazione degli utenti e dei familiari esperti (UFE) nella gestione dei servizi territoriali per la salute mentale e l’assistenza agli anziani e a tutte le persone fragili. Un modo, questo, per valorizzare le loro conoscenze, anche con l’attivazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto, finalizzata a contenere le angosce della malattia mentale e l’isolamento sociale degli anziani, degli utenti e dei familiari, ostracizzati dal pregiudizio sociale e istituzionale.

I familiari e gli utenti, peer support, del movimento nazionale “Le Parole Ritrovate” vogliono essere i nuovi protagonisti dei servizi sociosanitari, chiamati a facilitare il cammino di tante donne e tanti uomini nel non-luogo della salute mentale e dell’assistenza agli anziani, per non lasciare indietro nessuno.

Il sapere viene dal dubbio, “…di tutto devi interrogarti e trovare la risposta”.

Le due giornate verranno allietate dal cantautore Antonio Silvestri, che presenterà i suoi brani musicali sulla salute mentale, dal coro Le scarpe sciolte e dal gruppo Folk Sipontino.

 

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Proseguono gli incontri di informazione e formazione sulla vita e spiritualità della Venerabile Genoveffa De Troia. 

Venerdì 6 marzo 2015 alle ore 17.00, nella sede dell’Associazione di Corso Garibaldi 52- Foggia,  fr. Luciano Lotti – direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Foggia-, approfondirà il tema “Genoveffa De Troia: il valore del corpo nella sofferenza”.

Siamo invitati tutti, in particolare coloro che operano nell’Associazione: i componenti del Consiglio di Amministrazione, i coordinatori dei Centri Diurni e Segretariati sociali delle sedi di Foggia e  Monte Sant’Angelo, i responsabili delle Case Famiglia, i volontari e i collaboratori delle varie attività di sostegno e formazione organizzate dall’Associazione.

 

 

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All'incontro del 30 gennaio scorso sono intervenuti i componenti del Consiglio di Amministrazione, i coordinatori dei Centri Diurni e Segretariati sociali delle sedi di Foggia e di Monte Sant'Angelo, i responsabili delle Case Famiglia, i volontari e i collaboratori delle varie attività di sostegno e formazione organizzate dall'Associazione.

                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                             Nota in margine

“Servire nel suo nome”…

 E’ il titolo di una serie di articoli pubblicati sulla Rivista francescana “L’Amico del terziario”, con i quali la presidente Anna ha raccontato gli inizi dell’Associazione e via via tutti i suoi successivi sviluppi sotto la guida spirituale di Genoveffa.

Servire nel nome di Genoveffa è, per così dire, la nostra missione. Si può servire nel nome di qualcuno senza conoscerlo?

 Mi è stato chiesto di far conoscere, a tutti coloro che svolgono un servizio all’interno dell’Associazione, la figura e la spiritualità della Venerabile. Anche io, che pur avevo vissuto a pane, san Francesco, padre Pio e Genoveffa, avevo necessità di approfondire soprattutto il messaggio d’amore che ha calamitato tante persone prima e dopo la sua morte. Ritengo, innanzi tutto, che sia per me un privilegio servire in questa Associazione che ha come punto di riferimento Genoveffa.

Ho voluto, poi, estendere quest’appello a volerne sapere di più a tutti coloro che prestano il loro servizio nelle nostre strutture di volontariato  affinché ognuno abbia maggiore consapevolezza di ciò che rappresenta la nostra Associazione.

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Cosa ci colpisce di più quando cominciamo a leggere la sua vita, la vita di Genoveffa?

Noi sappiamo che i discepoli di Gesù non sono coloro che dicono ma coloro che fanno la volontà del Padre mettendo in pratica la parola di Gesù. Gesù stesso ha fatto la volontà del Padre.

Chi medita il Vangelo è colpito ad ogni pagina dal sentimento  vivo dell’ubbidienza di Gesù al Padre.

“Gesù con l’obbedienza depose la sua volontà in quella del Padre” (Regola OFS,10).

Genoveffa ha vissuto questa spiritualità, ancor prima della Regola che è del 1978. È diventata, infatti, terziaria nel 1932. La chiave per comprendere l’intimo valore della figura di Genoveffa si trova nel  “Fare la volontà di Dio”.

Genoveffa con l’esperienza della propria vita commentava il Vangelo, ne faceva una lettura esperienziale.

Noi generalmente quando spieghiamo un passo del Vangelo facciamo un commento tecnico, il commento reale invece è quello che ha fatto Genoveffa nella sua vita di ogni giorno: piaghe sempre nuove e dolori ogni volta più atroci che la resero un “crocifisso vivente”.

Sofferenza donata a Dio senza disperazione: “Non guarirai!” “Sia fatta la volontà di Dio”.

Accettava ogni sofferenza come “dono di Dio”.

Genoveffa glorificata è di stimolo e modello, perciò destinata ad esercitare un benefico influsso sui cristiani e persino sulle persone consacrate.

Gli scritti

Sono state rintracciate 169 lettere dirette al prof. Gerardo De Caro, più qualche altra ad altre persone. Genoveffa era illetterata, e i pensieri e i sentimenti che ella esprime nelle sue lettere, le sono ispirati solo dalla fede in Dio e dalla sapienza dello Spirito Santo.

Gli scritti sono stesi da altra mano, sotto sua dettatura.

Michele Pipoli fu il suo “segretario”, da luglio 1946 fino alla morte di Genoveffa avvenuta nel 1949.

Michele Pipoli leggeva le lettere, rispondeva su dettatura di Genoveffa, divideva su indicazione di Genoveffa le offerte nelle diverse cassette: missioni, chiesa dell’Addolorata, Casa del Fanciullo, ai poveri…